A che età iniziare l’educazione alimentare?

In Italia sono sempre più preoccupanti i dati sull’obesità, che rappresenta una delle più complesse malattie dell’età pediatrica. Infatti il 20% dei bambini sono in sovrappeso e il 9% sono obesi, con variabili regionali e territoriali in cui la situazione è anche peggiore in quanto si raggiunge quasi al 50% di bambini sovrappeso e obesi.
È bene ricordare che un bambino obeso sarà molto probabilmente un adulto obeso o sovrappeso e che l’eccesso di grasso, soprattutto in sede addominale, è un fattore di rischio importante per numerose malattie. Il peso in eccesso va a incidere sullo stato di salute generale dell’adulto predisponendo all’insorgenza di malattie croniche come diabete, cancro, demenza senile.
Anche il problema contrario, ovvero uno scarso apporto di nutrienti, del resto può portare a molte problematiche.

L’educazione alimentare dei bambini inizia ancora prima della nascita, con un corretto apporto di nutrienti da parte della mamma durante i mesi della gravidanza. Infatti ciò che sperimentiamo da piccoli, e ancora prima di nascere (quindi nel periodo della gravidanza) influenza i nostri sistemi biologici e lo sviluppo del nostro organismo; un’adeguata nutrizione sia in termini di qualità (cibo contenente concentrazioni elevate e varie in micronutrienti) che di quantità (dare nelle giuste dosi gli alimenti), determina in modo positivo/negativo la funzionalità dell’organismo.

Durante l’infanzia e l’adolescenza, è fondamentale educare il bambino a una corretta alimentazione e quindi è necessario che i genitori stiano attenti, perché nelle prime fasi della vita parlare al bambino di dieta e fissarsi troppo sull’alimentazione non è la migliore scelta. Un aspetto fondamentale sono le esperienze del bambino nei confronti del cibo. Infatti bisognerebbe fargli provare e sperimentare più sapori e non eliminare nella proposta anche gli alimenti meno graditi per fare sì che rimanga spazio per la possibilità che si sviluppi l’abitudine a mangiarli.
Un buon metodo per orientarsi nella composizione dei pasti principali, è la “rappresentazione del piatto sano”: le grammature possono infatti rappresentare uno stress sia per il genitore sia per il bambino, mentre un inquadramento di taglio più visivo è spesso maggiormente efficace. Con il piatto sano si vuole raffigurare la composizione ideale che dovrebbe avere ogni pasto della giornata, dalla colazione fino alla cena.
Anche l’incremento dell’attività fisica è un ottimo modo di controllare il rischio di sovrappeso e obesità senza creare troppo stress al bambino. 
Infine, i concetti di alimentazione adeguata e nutrienti possono essere introdotti quando il bambino ha già avuto la possibilità di avere esperienze con il cibo, quindi, non presto, nello specifico un’età che potrebbe essere indicata è di circa 8-10 anni, comunque con la raccomandazione di non essere troppo rigidi e di evitare un eccessivo controllo.