Negli ultimi anni emerge una tendenza sempre più preoccupante nel consumo di alcolici da parte di giovani. Gli ultimi dati Istat disponibili (Istat, 2019) evidenziano che nel nostro Paese circa il 40% degli adolescenti beve regolarmente vino, il 50% beve birra, il 22,4% beve liquori e il 13,3% (ma tale percentuale sale al 18% nel Sud Italia) afferma di essersi ubriacato almeno una volta sotto i 18 anni. Addirittura il 27,3% dei giovani dichiara di assumere alcol sotto i 16 anni di età, una percentuale ragguardevole se si pensa che in Italia la vendita e il consumo di alcol sotto tale età è vietato dalla legge.
Inoltre, le modalità di consumo sono cambiate rispetto al passato: oggi i comportamenti più a rischio e che maggiormente sono aumentati in questi anni riguardano i fenomeni del binge drinking e delle sfide alcoliche, che toccano il loro apice tra i ragazzi di 18-24 anni, ma che sono praticate sempre più spesso anche dai giovanissimi.
Soprattutto tra i ragazzi si diffonde una modalità di consumo dell’alcool chiamata binge drinking, la cosiddetta “abbuffata alcolica”. Con questo termine si intende il consumo di una quantità eccessiva di alcol in un tempo limitato e il cui scopo è l’ubriacatura immediata con conseguente perdita di controllo. La pratica è molto pericolosa non solo per la quantità eccessiva di alcolici assunta, ma anche per la modalità di ingestione in termini temporali, che amplifica l’impatto negativo dell’alcol sulla salute psico-fisica. Per l’OMS il binge drinking è, da anni, uno dei rischi per la salute mondiale, in particolare tra i giovanissimi.
L’alcol infatti va a ostacolare la formazione di processi cognitivi, come la pianificazione degli obiettivi, la memoria operativa, il controllo dell’attenzione, la flessibilità del pensiero, la regolazione emotiva e la regolazione dei comportamenti. Proprio la pratica del binge drinking è associata a deficit dell’apprendimento verbale e della memoria, sia negli adulti che negli adolescenti, oltretutto perché il consumo di alcol, alternato tra forti intossicazioni e periodi di astinenza, si presenta maggiormente deleterio per le funzionalità cerebrali, che vengono sottoposte a forte stress.
I principali rischi dovuti all’alcool in cui incorrono i ragazzi sono di tipo fisico, sociale e psicologico.
I rischi di tipo fisico riguardano il fatto che l’alcool è dannoso per tutti gli organi, inoltre nel caso del binge drinking si può andare incontro al coma o addirittura alla morte.
I rischi tipo sociale, invece, riguardano alterazioni del comportamento, cambiamenti nei rapporti interpersonali e nello stile di vita.
Riguardo alle conseguenze psicologiche, l’alcol può influenzare l’umore e la memoria e causare, a lungo termine, disturbi psicopatologici. Inoltre, il binge drinking può portare ad attuare maggiori comportamenti antisociali, aggressivi e violenti, e tentativi di suicidio.
Per cercare di risolvere questa problematica, diventa importante promuovere una cultura di un bere consapevole e moderato, cominciando dalle famiglie, e a livello scolastico incentivare programmi di promozione della salute, di prevenzione e un’assistenza specialistica. Tenere viva l’attenzione pubblica sul fenomeno e incentivare programmi, per esempio già in ambito scolastico, di riconoscimento precoce dell’abuso e/o di problematiche alcol-correlate sono punti di riflessione per interventi a carattere nazionale. È opportuno sottolineare che molti studi individuano nel binge drinking praticato durante l’adolescenza, oltre ad essere più tossico in età giovanile che in età adulta, un fattore predittivo per la futura insorgenza di un disturbo da uso di alcol. È necessario sdoganare i falsi miti e l’ignoranza che ruota attorno alla sostanza, nonché rendere noti i rischi fisici, psicologici e sociali a cui si va incontro con un uso smodato di quella che è classificabile come una droga (cfr. come definito nelle indicazioni e definizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), anche se dai più non viene considerata tale e, proprio per questo motivo, se ne sottovalutano le conseguenze.